Assunta
(lunedì 7 febbraio 2011)
Categoria: Affetto
Tratto dal mio blog...........
0:33 del 07-02-2011Se avete un pochino di pazienza, e leggete il mio raccontino, vi renderete conto della mia avversione per l'odiato pollo.
Sono sempre stata, veramente una buona forchetta e non disdegno niente, bhe! mi correggo: quasi niente. Ho la fobia per il pollo e i suoi derivati. Devo però fare un passo indietro ai tempi del collegio a Como. Il giorno stabilito "giovedì a pranzo, POLLO" io non ero tanto simpatizzante di questo alimento, le prime volte lo davo alla mia sorellina Maria Vittoria, che si trovava nei tavoli davanti a me fra le piccole delle elementari, poi un giorno sedendomi a tavola, mi resi conto che la mia sorellina non era più davanti a me, ma l'avevano spostata da un'altra parte, però quando arrivò il (mio amato pollo), non mi persi d'animo. Avevo in tasca la carta gommata e con maestria lo incollai sotto il tavolo, ero soddisfatta! Mi sentivo salva, non feci però i conti con l'unto che vanificando la colla dello scotch, fece stramazzare a terra il cosciotto. La suora che mi osservava da lontano, seguì la scena e raccolto il pollo me lo mise nel piatto con tanto di adesivo al seguito, intimandomi di mangiare, non si allontanò, ma si piazzò davanti dondolandosi con le mani sui fianchi come un maresciallo. Signorina: mi disse, se non finisci tutto non ti alzi. Ero disperata, cominciai a masticare quel puzzolente pollo che però, mastica, mastica, non ne voleva sapere di andar giù, lo sentivo peggio di una purga. Quando ebbi finito, mi sentivo morire e avevo voglia di dar di stomaco, però era passata. Il giovedì dopo al suono della campanella già stavo male, quando mi arrivò davanti il piatto, incrociai lo sguardo della suora che già mi osservava, io con non curanza facevo finta di mangiare, e pian piano feci sparire il maledetto nella tasca del grembiule. Inutile spiegare come l'unto mi aveva ridotto il vestiario, ma questo era l'ultimo dei miei problemi, all'uscita dal refettorio, corsi in bagno svuotai la tasca e tirai lo sciacquone. Con mia disperazione quando l'acqua finì di scendere. vidi il pollo che galleggiava nella tazza, sembrava quasi mi prendesse in giro e non ne voleva sapere di andarsene. Tirai nuovamente lo sciacquone, niente! Per paura che lo vedesse la suora obbligandomi poi a mangiarlo, mi feci coraggio, misi le mani nel water raccolsi il nemico e me lo rimisi in tasca. Mentre le mie compagne erano in cortile a giocare sgattaiolai su per le scale fino al solaio dove mi liberai del pezzo di carne, lo misi ben nascosto nel cassetto di un vecchio mobile. Questa purtroppo, era storia di ogni giovedì e per me era diventata una maledizione, ripromisi a me stessa che una volta fuori dal collegio il pollo lo avrei cancellato dal mio vocabolario. Mi sembra ancora di sentire la suora che diceva: vergognati! Pensa quanti bambini vorrerbbero quello che tu rifiuti, in verità nella mia logica di bimba avrei voluto risponderle che il pollo a quei bambini l'avrei ceduto volentieri. Chi mi conosce sà di questa mia avversione che mi fa star male solo al pensiero! E non riesco a entrare nemmeno in una polleria, quel puzzo particolare, mi fa star male figuriamoci se per colmo mi fossi innamorata di un pollivendolo.................................
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mafalda
(lunedì 7 febbraio 2011)
Se c'è una cosa che mi fa saltare i nervi , sono certe posizioni dei grandi nei riguardi dei bambini . Ammetto che il più delle volte per i piccoli rifiutare il cibo è una forma di protesta o di capriccio , ma esiste anche come per i grandi un 'avversione verso un cibo piuttosto che un altro , e questo va rispettato .Il tuo racconto m'è sembrato una violenza gratuita , così come so di certi bambini mancini a cui i genitori legavano dietro la schiena , la mano sinistra per far si che imparassero ad usare la destra . Cara Assunta ,con il tuo racconto , sei la dimostrazione vivente , che molto del nostro presente è legato a fatti e misfatti del passato . Ciò non toglie che se un giorno ci incontreremo , ti preparerò un bel pollo alla diavola o alla cacciatora ,a te la scelta !!!!
dora
(lunedì 7 febbraio 2011)
Ho sempre saputo che i metodi "intimidatori" di molte suore, sono riusciti a fare dei grossi disastri. Non vedo altro che sadismo in certi atteggiamenti così detti educativi. Tu devi essere proprio di pasta buona, perchè io avrei fatto il finimondo! Altro che cercare un vecchio cassetto. Le avrei vomitato sui piedi, e poi, cosa avrebbe fatto poi la cara, dolce suorina????Permetteresti che facessero questo a uno dei tuoi nipotini? E comunque tranquilla, mangerò io il pollo che Mafalda ti preparerà, sia che sia alla diavola, sia che sia alla cacciatora!
Assunta
(lunedì 7 febbraio 2011)
20:05 del 07-02-2011
Mia care amiche, io i miei nipotini non li sforzo mai e se per caso non vogliono mangiare, se è un fatto sporadico, non insisto. Ciò che non gradiscono, cerco di cucinarlo poco, però forse non sapete che Assunta è anche mancina, soltanto che a forza di umiliazioni mi hanno corretto lo scrivere difatti scrivo giusto con la destra, ma il mio (riscatto) è stato che non sono riusciti a correggermi altro, difatti io scrivo giusto, ma il resto lo eseguo con la mano mancina, praticamente per l'uso delle due mani io sono ambidestra. Mafalda! Ha detto bene Dora il tuo pollo è talmente buono che è un peccato non offrirlo a lei, io non lo merito.
Mia care amiche, io i miei nipotini non li sforzo mai e se per caso non vogliono mangiare, se è un fatto sporadico, non insisto. Ciò che non gradiscono, cerco di cucinarlo poco, però forse non sapete che Assunta è anche mancina, soltanto che a forza di umiliazioni mi hanno corretto lo scrivere difatti scrivo giusto con la destra, ma il mio (riscatto) è stato che non sono riusciti a correggermi altro, difatti io scrivo giusto, ma il resto lo eseguo con la mano mancina, praticamente per l'uso delle due mani io sono ambidestra. Mafalda! Ha detto bene Dora il tuo pollo è talmente buono che è un peccato non offrirlo a lei, io non lo merito.
Francesco
(martedì 8 febbraio 2011)
Ho fatto la prima elementare dalle suore, visto che mia sorella faceva lì il primo anno, ed una cosa che mi ricordo benissimo è che molte suore, non tutte bisogna dirlo, erano come quella descritta da Assunta. E non volendo più andare a scuola ho costretto i miei a mandarmi dai Salesiani (le scuole erano queste in Africa: o suore o preti), che erano almeno molto meglio delle suore.
Quindi ti capisco benissimo Assunta..... Ciao
Quindi ti capisco benissimo Assunta..... Ciao
Nik
(martedì 8 febbraio 2011)
Ho frequentato la prima elementare a 6 anni: I miei, mi iscrissero presso un intituto gestito da suore. Ricordo che non ero capace di fare per bene il numero 8. Scrivevo, ad anno scolastico inoltrato, due cerchietti, uno sopra e l'altro sotto e poi li univo con un trattino centrale. La mia maestra, una suora, era solita passare tra i banchi (di quelli fatti di legno tutti un pezzo ) per correggere i nostri errori. Il mio, era sempre quello: in numero 8 e lei, giu' a ceffoni sulla nuca. Schiaffi che arrivavano alle spalle quantunque io li prevedessi; tornavo spesso a casa con le botte ma non dicevo nulla, presupponendo, nella mia ingenuita', che il mio andamendo scolastico, potesse "regalarmi" altri ceffoni da parte dei miei genitori che un giorno mi videro giungere alla porta d'ingresso della mia abitazione (di allora) proprio quando si accingevano ad aprirla per venirmi a prendere (poiche' casa mia era molto distante dall'istituto.) Avevo percorso a piedi e di corsa, mezza citta', arrivando a casa piangendo nonchè sconvolto. Ero scappato! Dopo l'ennesimo schiaffone, d'improvviso mi ero alzato e, senza esitazione, come un centrometrista, mi ero diretto verso l'uscita, attraversando un lungo corridoio raggiungendo, pericolosamente, la strada, mentre, mi pare ancora sentire( ora che con la mente vado a quei momenti) la voce della "sorella maestra..." che urlando e rincorrendomi diceva :. Così, ebbi il coraggio di rivelare il motivo della mia fuga e la sorpresa di non avere rimproveri da parte dei miei genitori i quali, il giorno successivo, si rivolsero alla madre superiora, minacciacciando una denuncia dettagliata degli
avvenimenti, cosa che mio padre, da gran signore( consentitemelo) non fece.Cambiai scuola, ed oggi, a distanza di 44anni circa, ricordo nitidamente, quel brav'uomo del nuovo maestro,gia' in quel tempo anziano. Si chiamava Brandi. Che Dio l'abbia in gloria!!! Ciao cara amica, un abbraccio fraterno. A presto.
avvenimenti, cosa che mio padre, da gran signore( consentitemelo) non fece.Cambiai scuola, ed oggi, a distanza di 44anni circa, ricordo nitidamente, quel brav'uomo del nuovo maestro,gia' in quel tempo anziano. Si chiamava Brandi. Che Dio l'abbia in gloria!!! Ciao cara amica, un abbraccio fraterno. A presto.
Nik
(martedì 8 febbraio 2011)
diceva...< fermate quel bambino...fermatelooo!>
Francesco
(mercoledì 9 febbraio 2011)
Allora anche tu Nik sei passato come me dalle "cariatidi" come chiamo io quel tipo di suore. Come ti capisco!!!!!
Anzi noi abbiamo talmente reagito che ci hanno fatto cambiare scuola e mi spiace molto per Assunta, che avrebbe dovuto tirargli in faccia alla suora quel pollo e farglielo ingoiare.
Ciao....
Anzi noi abbiamo talmente reagito che ci hanno fatto cambiare scuola e mi spiace molto per Assunta, che avrebbe dovuto tirargli in faccia alla suora quel pollo e farglielo ingoiare.
Ciao....
Assunta
(mercoledì 9 febbraio 2011)
0:29 del 09-02-2011
Ciao carissimo Nik, propio questa sera pensavo che non scrivevi da tanto tempo, ma puittosto che a problemi di salute, preferivo pensare a problemi di scuola.
Ciò che hai raccontato, era una abitudine comune a molti insegnanti, oggi una cosa del genere non è per nulla opinabile, soprattutto da quando i genitori sono più presenti nell'andamento scolastico.
Anni addietro la severità con le percosse era di casa nelle nostre scuole. A tale proposito ti voglio raccontare un fatto, che la dice lunga sulle pretese di certi insegnanti dell'epoca.
Il fratello di mia madre, raccontava che un giorno chiese al maestro di poter uscire dall'aula perchè aveva un'impellente bisogno, insomma doveva fare pipì. Il maestro gli proibì di uscire, dicendo che non era il momento, alchè mio zio, insistette perchè gli scappava e non si possono trattenere certi bisogni, l'insegnante furioso gli diede una bacchettata, urlando che no! Al bagno non lo mandava. Mio zio allora, si alzò dal banco, erano quei terribili banchi neri
e grigi con due posti tutto un blocco, con un calamaio in mezzo, si abbassò i pantaloni, gli fece pipì nel calamaio e poi presi i libri, saltò giù dalla finestra per fortuna bassa, fra lo stupore dei compagni e il livore dell'insegnante. Non volle tornare a scuola mai più.
Ora le cose sono parecchie cambiate, anche se hai giorni nostri, nelle scuole diciamo moderne ci sono altri problemi, molto più gravi da risolvere.
Ciao carissimo amico e saluti al tuo Fabri
Ciao carissimo Nik, propio questa sera pensavo che non scrivevi da tanto tempo, ma puittosto che a problemi di salute, preferivo pensare a problemi di scuola.
Ciò che hai raccontato, era una abitudine comune a molti insegnanti, oggi una cosa del genere non è per nulla opinabile, soprattutto da quando i genitori sono più presenti nell'andamento scolastico.
Anni addietro la severità con le percosse era di casa nelle nostre scuole. A tale proposito ti voglio raccontare un fatto, che la dice lunga sulle pretese di certi insegnanti dell'epoca.
Il fratello di mia madre, raccontava che un giorno chiese al maestro di poter uscire dall'aula perchè aveva un'impellente bisogno, insomma doveva fare pipì. Il maestro gli proibì di uscire, dicendo che non era il momento, alchè mio zio, insistette perchè gli scappava e non si possono trattenere certi bisogni, l'insegnante furioso gli diede una bacchettata, urlando che no! Al bagno non lo mandava. Mio zio allora, si alzò dal banco, erano quei terribili banchi neri
e grigi con due posti tutto un blocco, con un calamaio in mezzo, si abbassò i pantaloni, gli fece pipì nel calamaio e poi presi i libri, saltò giù dalla finestra per fortuna bassa, fra lo stupore dei compagni e il livore dell'insegnante. Non volle tornare a scuola mai più.
Ora le cose sono parecchie cambiate, anche se hai giorni nostri, nelle scuole diciamo moderne ci sono altri problemi, molto più gravi da risolvere.
Ciao carissimo amico e saluti al tuo Fabri
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